Washi, carta giapponese tradizionale

Carta giapponese washi
La ricchezza delle tradizioni artistiche giapponesi non smette mai di stupirmi. Teatro noh, origami, arti marziali, pensavo ormai di averle viste tutte, e invece mi ritrovo oggi a sorprendermi di fronte a un’altra meravigliosa creazione nipponica, della quale prima d’ora non avevo sentito parlare: la carta washi.

La carta washi non è una carta qualsiasi, ma rivendica a partire dal nome stesso la sua qualità espressamente nipponica. Washi significa infatti letteralmente “carta giapponese” (wa = giapponese, shi = carta), e del Giappone questa bellissima carta esprime il gusto per le cose raffinate, l’estetica della semplicità e l’amore per la natura. E’ un peccato che di tante arti giapponesi, quella della carta sia ancora poco conosciuta in Italia, o oscurata da una selva di inesattezze e di erronei preconcetti.

In primo luogo, per esempio, è sbagliato chiamare la carta washicarta di riso”, come purtroppo si sente spesso fare. Solo in pochissimi casi, infatti, la fibra di riso rientra tra le materie prime utilizzate nella lavorazione, forse una delle rare eccezioni all’onnipresenza del riso nelle produzioni giapponesi. Più comunemente, infatti, la carta washi si realizza a partire dalla corteccia del kozo, una specie di gelso dalla fibra molto coriacea, che conferisce al prodotto finito qualità di sorprendente resistenza.

Da sfatare è dunque anche il mito della carta giapponese fragile e dalla consistenza eterea. E’ vero che tra le mille varietà disponibili ne esistono anche di sottili e impalpabili come veli di bambagia, ma la carta washi più comune è solida, resistente, valida per usi eterogenei e spesso impensabili in Occidente.

E qui vengo al terzo pregiudizio da rovesciare: la carta giapponese non è come da noi solamente un umile supporto per la scrittura, ma si presta ai più svariati utilizzi, da materiale da costruzione a tessuto per il vestiario, fino a diventare un prezioso oggetto da collezione. Ma delle tante curiosità che ho scoperto sulla carta washi vi parlerò nei prossimi post.

Autore: Marta

Una persona molto pigra.

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