Tè verde o tè nero? La differenza non è solo nel colore

Vi siete mai chiesti qual è la vera differenza tra tè verde e tè nero? A determinare il diverso sapore e colore delle due bevande non è tanto il tipo di pianta utilizzato, in entrambi i casi appartenente alla specie della Camellia sinensis, quanto il processo di lavorazione. Il viaggio dalla pianta alle nostre teiere comincia sia per il tè verde che per il tè nero con la raccolta a mano delle foglie più tenere, a più riprese nel corso dell’anno, seguita da una breve essiccazione. A questo punto, le strade di tè verde e di tè nero si dividono. Il tè verde viene infatti sottoposto a un processo di riscaldamento, generalmente attraverso l’uso di vapore, che blocca il processo di fermentazione e garantisce la conservazione delle caratteristiche originarie della pianta fresca, in particolare la quantità di sostanze benefiche quali flavonoidi e vitamine. Nel caso del tè nero, invece, il processo di ossidazione non viene fermato ma incoraggiato attraverso la frammentazione delle foglie e la loro fermentazione per un periodo che va dai 30 minuti alle due ore. Si ottiene in questo modo una bevanda dal sapore più dolce in grado di conservare le proprie caratteristiche intatte molto a lungo, a differenza del tè verde che deve essere consumato entro un anno dalla produzione. Un mito da sfatare è poi quello relativo alla presenza di caffeina nelle due varianti di tè: il tè verde non è necessariamente più leggero, anche se i tè neri più diffusi contengono una quantità leggermente superiore di caffeina rispetto ai tè verdi. Per quanto riguarda la diffusione, è risaputo che il tè verde è bevuto soprattutto in Cina e Giappone, mentre Europa e America danno la preferenza al tè nero, per via del gusto più rotondo e deciso, che si avvicina maggiormente alle abitudini del nostro palato. A un primo approccio il tè verde può sembrare poco gradevole, ma bastano poche tazze per imparare ad apprezzarne il gusto fresco e delicato. In commercio esistono poi moltissime varianti di tè verdi aromatizzati, per esempio il tè verde al gelsomino o il tè verde al limone e zenzero, che con i loro sapori profumati rappresentano una perfetta introduzione all’uso di questa salutare bevanda.

Gli ingredienti del chai

Parliamo ancora di chai, il tè alle spezie bevuto soprattutto in India ma ormai popolare in tutto il mondo. Se il caldo di questi giorni non vi dà tregua provate a bere una bollente tazza di chai, resterete sorpresi dalle sue qualità rinfrescanti. Vi siete mai chiesti come mai il tè caldo speziato sia tanto popolare nel subcontinente indiano? Le torride temperature dell’estate tropicale sembrerebbero sconsigliare infatti l’uso di bevande calde. Al contrario, è proprio il calore del chai a indurre fenomeni di sudorazione che favoriscono la riduzione della temperatura corporea, senza contare poi l’effetto tonificante delle spezie, che con le loro proprietà energizzanti aiutano a scacciare la fatica da canicola. Insomma, il chai è un’ottima alternativa al classico tè ghiacciato, e se proprio non ve la sentite di berlo nella versione tradizionale bollente, non abbiate timore di provarlo freddo: sarà comunque buonissimo.

Ma quali sono gli ingredienti tradizionali del masala chai? La base è generalmente un tè nero forte, come per esempio il tè Assam, al quale viene aggiunta una miscela di spezie le cui varietà e proporzioni variano da famiglia a famiglia, ma tra le quali non devono mancare lo zenzero, il cardamomo, la cannella e l’anice stellato. Potete divertirvi a acquistare singolarmente ogni spezia e a macinarla in un mortaio, ma fortunatamente è anche possibile acquistare la miscela di spezie per il chai già pronta, risparmiando così tempo e sudore – in questo periodo dell’anno, è davvero provvidenziale. La quantità di miscela da aggiungere al tè dipende molto dai gusti, io per esempio uso di solito un cucchiaino raso di spezie per ogni litro di bevanda, oppure acquisto tè speziati già pronti come il delizioso chai al cioccolato, che al piccante delle spezie aggiunge la golosa dolcezza del cacao.

Il tè allunga la vita

Le proprietà salutari del tè sono note da secoli, ma una ricerca australiana pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition oggi conferma con le prove della scienza l’antica associazione tra tè e longevità. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Perth, ha rilevato infatti una significativa riduzione della mortalità tra le donne anziane regolari consumatrici di tè.
Nel corso dell’indagine, condotta su un migliaio di donne dai 75 anni in su, è risultato che chi beveva almeno due tazze di tè nero al giorno aveva un 40% di possibilità in più di essere ancora in vita al termine della ricerca, durata cinque anni. Il tè rende le nostre giornate più piacevoli e migliora di certo l’umore, influenzando positivamente anche la nostra salute, ma secondo gli studiosi è soprattutto la presenza nel tè di una classe particolare di sostanze a essere responsabile della maggiore longevità delle sue consumatrici. Il tè contiene infatti flavonoidi, sostanze benefiche alle quali diverse ricerche precedenti hanno già riconosciuto qualità anticancro e antiinfarto. I flavonoidi sono presenti nella frutta e nel vino rosso, ma è soprattutto il tè l’alimento che ne contiene in maggiore abbondanza. Due tazze di tè contengono infatti circa 350 mg di flavonoidi, sufficienti per aiutarci a proteggerci da tumori e malattie vascolari.
Bere tè contribuisce insomma a migliorare la vita di oggi, ma anche quella di domani.

Il chai, tè speziato dall’India

Da alcuni anni la popolarità del chai, il tipico tè alle spezie originario dell’India, ha superato i confini di India e Pakistan per diventare una bevanda popolare in tutto il mondo. Chai letteralmente significa “tè”, ma è talmente diffusa in India l’abitudine di accompagnare il tè con una ricca dose di spezie che la parola è passata a indicare per antonomasia quello che più propriamente andrebbe chiamato chai masala, ovvero tè alle spezie. Nella stessa India, al giorno d’oggi, la parola “chai” viene usata per distinguere il tè speziato dal “tea”, termine riservato al tè nella ricetta classica priva di aromi.

Bere chai in India è un’abitudine simile a quella del caffè in Italia. Il chai viene servito a ogni ora del giorno dai chaiwala (venditori di tè), che lo preparano e vendono in minuscoli tea stalls nei bazar e sulle strade. A volte il chaiwala non esercita la sua professione in un negozio, ma si reca direttamente sui luoghi più frequentati con un enorme thermos dal quale spilla tazzina dopo tazzina la bevanda profumata. Chaiwala ambulanti salgono al mattino sui treni per dare il buongiorno ai passeggeri con una calda tazza di tè: se avete sperimentato anche voi i lunghi viaggi sui treni notturni indiani, sapete quanto rinfrancante è la prima tazza di chai dopo il risveglio, quasi un annuncio della meta ormai vicina. Oggi i bicchierini di carta sono il contenitore più diffuso, ma è possibile ancora trovare chai servito nelle tradizionali coppette in terracotta usa e getta, che permettono di apprezzarne meglio il sapore.

Proprio come il caffè in Italia, il chai viene offerto in India a ospiti, amici e potenziali compagni d’affari. Aspettatevi dunque di ricevere una dolce tazza di chai non appena entrerete in un negozio: gli affari si discutono meglio intorno a una tazza di tè.

La ricetta del tè freddo fatto in casa

Come ho già spiegato in un post precedente, il tè freddo migliore è quello fatto in casa, preparato con ingredienti genuini e senza l’aggiunta di additivi e conservanti. E’ una bevanda semplice da preparare, benefica e salutare, pronta a dissetarvi durante tutta l’estate. Ma qual è il metodo migliore per preparare un ottimo tè freddo? Il primo segreto, innanzitutto, è scegliere le qualità più adeguate, come il tè oolong o il tè verde aromatizzato al gelsomino o alla pesca, e preferire se possibile il tè sfuso a quello in bustina, per la sua migliore capacità di infusione.

Bisogna quindi evitare di preparare il tè freddo lasciando semplicemente raffreddare il classico tè caldo: è un errore che commettevo anch’io in passato, ma dopo una serie di risultati deludenti ho chiesto aiuto a delle amiche esperte che mi hanno consigliato queste due tecniche:

  1. La previdente. Questa ricetta è consigliata per avere sempre scorte di tè freddo a disposizione nel vostro frigorifero. Dovete versare tre o quattro cucchiaini di tè sfuso in un litro di acqua fredda, e lasciarli in infusione tra le quattro e le sei ore a seconda della qualità usata (tempi più brevi per i tè chiari, più lunghi per quelli neri). Filtrate quindi il tè e riponetelo nel frigorifero, dove si conserverà per circa tre giorni. Otterrete un tè dal sapore delicato, stabile, con un basso contenuto di caffeina.
  2. La rapida. Ricetta adatta per ottenere subito un delizioso tè freddo. Preparate il classico tè caldo, usando più foglie rispetto al solito, aggiungendo mezzo cucchiaino per ogni cucchiaino della ricetta originale. Quando il tè è pronto versatelo subito in una teiera piena di ghiaccio e servite. Avrete così un tè dal sapore pieno, ricco di tutte le sostanze salutari presenti nelle foglie, ma che dà il meglio solo se consumato subito.

Avete già provato uno di questi due metodi? Qual è il vostro preferito?

6000 anni di tè cinese

Ogni volta che sorseggio una tazza di tè cinese mi stupisco nel pensare all’antichità di questo gesto, le cui origini sono avvolte in un’aura di leggenda. Provo a contare le tante generazioni che hanno trasmesso l’una dopo l’altra la conoscenza delle proprietà benefiche del tè e avverto un brivido nel vedere il loro numero scomparire nella notte dei tempi. L’abitudine di bere tè in Cina sembra nascere con la civiltà stessa, e oggi ne abbiamo conferma grazie a una nuova indagine archeologica dalla quale emerge che la coltivazione del tè in Cina risale ad almeno 6000 anni fa.

Secondo il People’s Daily Online, la scoperta giunge dopo dieci anni di ricerche condotte da un gruppo di studiosi nella regione di Tian Luo Shan, nota per la presenza di resti della civiltà neolitica di Hendu. Dagli scavi sarebbero emerse tracce di coltivazioni e resti di piante identificate dalle analisi scientifiche come appartenenti alla specie Camellia sinensis, ovvero la pianta del tè. Finora si riteneva che la coltivazione del tè fosse iniziata “solo” 3000 anni fa, ma i risultati di questa indagine spingono indietro la datazione di altri 3000 anni.

Insomma, adesso lo sappiamo per certo: bere tè è un’abitudine millenaria, compagna dei nostri antenati come delle nostre frenetiche giornate.

Tè freddo: le 5 varietà più adatte

Il tè freddo è una delle mie bevande estive preferite. Mi piace berlo al mattino, per un fresco risveglio, e al pomeriggio per reidratarmi dopo una giornata sulla spiaggia o dopo una camminata. Il tintinnio dei ghiaccioli che scivolano dalla caraffa di tè nel bicchiere mi fa lo stesso gioioso effetto dell’ultima campanella di scuola che annuncia finalmente l’arrivo dell’estate. Preferisco il tè freddo alle tante bibite gassate che all’arrivo della bella stagione ci propone la pubblicità: a differenza di cole e gassose, infatti, il tè freddo fa bene alla salute, non gonfia e aiuta a mantenere la linea. I gusti non si discutono, ma trovo che anche dal punto di vista del sapore il tè freddo sia decisamente più gradevole e delicato rispetto a tante altre bevande in commercio, piene di additivi e aromi artificiali.

Oggi nei supermercati è possibile trovare moltissime varietà di tè freddo già pronto, al naturale o aromatizzato; è certamente una soluzione comoda, tuttavia il tè freddo fatto in casa rimane la scelta migliore, soprattutto perché permette di scegliere i tè migliori e, a chi piace, la quantità di zucchero.

Ma quali sono le varietà più indicate per ottenere un ottimo tè freddo? Ecco la lista delle mie 5 preferite:

1. Il tè verde al gelsomino: un vero e proprio classico.
2. Il tè oolong, che ho scoperto nei miei viaggi in Oriente.
3. Il tè verde aromatizzato alla pesca.
4. Il pregiato tè pai mu tan, dal sapore delicato.
5. Il rooibos, perfetto alla sera perché privo di caffeina.

E voi, quali varietà preferite per il vostro tè freddo?